Già da bambino, Salvatore dimostra di avere una predisposizione innata per il disegno. Lui stesso ricorda un episodio avvenuto alle scuole elementari che è una prima rivelazione della sua dote artistica: Salvatore disegna la donzelletta del “Il sabato del villaggio” di Leopardi lasciando il suo maestro stupito dinnanzi a tanta bravura tanto da essere elogiato platealmente mentre il suo disegno viene portato in tutte le classi della scuola.
Alla tenera età, come si faceva un tempo, i bambini iniziavano ad andare a bottega, per imparare il “mestiere”. Era l’anno 1942 quando Salvatore insieme al suo papà si reca in una falegnameria. Da quel giorno l’amore per il legno non è più svanito. I primi anni sono quelli di “pile e maiddi” (lavatoi e madie), ma Salvatore fa presto a diventare mastro di bottega e iniziare la sua carriera di ebanista.
Dopo aver lavorato per i migliori ebanisti della città, apprende il mestiere in tutte le sue sfaccettature e in più ci mette tutto il suo estro e la sua creatività.
Tornato dalla leva militare, apre la sua bottega. Sono gli anni del boom economico e produce mobili su mobili. Dopo una breve esperienza al cantiere navale di Palermo, decide di riprendere l’attività di ebanista nella sua città, dove vive con la moglie e i suoi tre figli (Carmelo, Giuseppe e Antonella).