Coronavirus: consentita la passeggiata genitore-figlio, ma non in Sicilia

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Dal Viminale viene spiegato che “le regole sugli spostamenti  non cambiano. La possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute. Non è invece ancora consentita l’attività sportiva”.

La circolare equivale a “esercitare il diritto al sole e alla primavera”, ha commentato Roberto Bernabei del Comitato tecnico scientifico (Cts) in conferenza stampa alla Protezione civile.

Ma arriva il NO del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. 

Coronavirus: Musumeci, minori a passeggio? circolare ministero non si applica in Sicilia

«La nuova circolare del ministero dell’Interno in Sicilia non si applica. Mi riferisco alla possibilità che viene concessa ai minori, soprattutto, di poter fare, in compagnia di un genitore, la passeggiata vicino casa. Io ho l’impressione che in Sicilia si sia perso il punto di riferimento, nel senso che siamo tutti convinti che il peggio sia già passato e quindi possiamo permetterci anche qualche lusso.  Non è così. Non lasciamoci condizionare dalle notizie che arrivano dal Nord».

Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
«Dobbiamo rimanere a casa – prosegue il governatore – perché rischiamo di bruciare tutti i sacrifici fatti in questo mese. Dobbiamo resistere ancora qualche altra settimana. Vedo molta gente in giro, soprattutto nei grandi centri e questo è davvero un comportamento irresponsabile, sotto ogni aspetto. Ecco perché continuo a seguire la linea del rigore e della fermezza. Mi dispiace».

Per quanto riguarda i casi di persone affette da particolari patologie, il presidente ammette una deroga.
«Se certificati dal medico di famiglia – spiega Musumeci – possono fare un breve giro sotto casa, insieme al genitore. Ma per il resto dobbiamo continuare a restare chiusi in casa, anche se mi rendo conto che la stanchezza comincia a farsi sentire. Siamo in guerra e non possiamo prendercela con nessuno. Questo nemico non lo conosciamo, è invisibile, ma sappiamo che cammina con le persone, quindi più ci muoviamo peggio è. Si tratta di un ulteriore sacrificio. Prepariamoci al picco che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Il sistema sanitario siciliano sta facendo tutto il possibile per affrontare l’urto e vedrete che, con grande senso di responsabilità, se restiamo tutti uniti, ne usciremo bene da questa vicenda».

 
 


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