Coronavirus, in ogni casa c’è una sinfonia diversa: dolce musica familiare e domestica

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Fuori non c’è più “musica di vita” che si propaga: domina il silenzio, tutto tace adesso. Cala una notte che sembra essere senza fine pur essendo giorno. I primi raggi mattutini che annunziavano l’inizio di una nuova giornata, che ci preparavano alle tante attività da svolgere durante i soliti ritmi, adesso invitano solo alla pazienza,alla calma, ma nel loro conforto di un altro, nuovo inizio, penetra un ombra di solitaria tristezza.

Dal 9 marzo, il mondo si è fermato dalla sua vitalità e frenesia quotidiana, ha anche arrestato la sua produttività. Sembra quasi che dorma, vittima di un incantesimo che non tende ancora a spezzarsi .
C’è un nuovo CD adesso ad ascoltare,lo si fa da dentro casa, nella quiete delle proprie mura domestiche. Nel passato però questa era musica già conosciuta ed ascoltata, ma poi è andata persa.
Queste “nuove note da scoprire per noi “si possono godere e riscoprire comodamente seduti sul divano,nella più assoluta rilassatezza e pace profonda dei sensi.

Diventa un modo per soffermarsi, per prestare attenzione a ciò che prima era indifferente, inosservato, invisibile ai nostri occhi incuranti, al nostro stesso vivere forse troppo passivo o ancor meglio,evasivo.

Forse, mai come ora, non abbiamo dato così tanta importanza ai particolari, cura alle piccole cose come ad esempio al “tic tac” degli orologi; al pam pam dei passi di chi cammina più lentamente su pavimenti; al tam tam degli oggetti ed utensili vari da cucina che sbattono fra di loro ; al track track delle posate poggiate su i piatti durante i pasti; allo spam spam dei tappeti sbattuti fuori dal balcone,allo sschtz sschtsz del caffè che esce dalla caffettiera … e molto tanto altro che sentiamo attorno a noi che catturiamo con il nostro udito. Difficile davvero da poter annotare e rappresentare del tutto.

Le onomatopee si riproducono a dismisura susseguendosi fra il bisbigliare di chi inizia a parlare al mattino o alla sera donandosi “i primi o gli ultimi “saluti della giornata, al fragoroso conversare di chi comunica più decisamente scandendo il ritmi di quell’ orologio che sembra fermo ma scorre comunque sia sulle lente lancette che sui calendari anche se a noi sembra essere eterno.

Lo diceva bene Tiziano Ferro descrivendo nella sua canzone “Non me lo so spiegare”,la sua sensazione del tempo che non passa mai quando si soffre per qualcosa(Un po’ mi manca l’aria che tirava…e quell’orologio non girava,stava sempre fermo da mattina a sera…).

In realtà però non abbiamo mai vissuto così intensamente come adesso. Se ci impegniamo, se ci crediamo ancora, forse, con ancora tanta pazienza, la sinfonia che andremo a gustare ,a scoprire, ad ascoltare fuori sarà diversa poiché una volta usciti da casa sarà armonia dei sensi del tutto nuova e viva di quella che abbiamo lasciato: sarà musica di trasformazione e ne saremo i testimoni di aver resistito non solo ad una lunga quarantena ma all’indifferenza nella quale eravamo precedentemente immersi. Potremmo essere noi ora i maestri , i musicisti del cambiamento che possono dirigere l’intera esecuzione.

 

 
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