Il primo appello a tutti i cristiani si è concretizzato proprio mercoledì 25 marzo, nell’invocazione a Dio onnipotente attraverso le parole del Padre Nostro in contemporanea con i Capi delle Chiese e i rappresentanti di tutte le Comunità cristiane.
Il secondo ,atteso appuntamento, venerdì 27 marzo alle ore 18.00 . Il Papa ha presieduto un momento di preghiera che è durato circa un’ora, dal Sagrato della Basilica di San Pietro, con la Piazza apparentemente vuota, gremita invece da gente di tutto il mondo che attraverso i mezzi di comunicazione, sono stati comunque presenti. Il Santissimo Sacramento è stato esposto sull’altare collocato nell’atrio della Basilica Vaticana. Al termine, impartita la Benedizione Urbi et Orbi, a cui è stata annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria la cui formula di proclamazione è stata pronunciata dal cardinale Angelo Comastri.
Ai piedi del Santo Padre, il crocifisso custodito nella chiesa nella chiesa di san Marcello al Corso,molto caro ai romani poiché gli attribuiscono la fine della Grande peste del 1522 e che solitamente è portato verso la Basilica di San Pietro per la celebrazione dei Giubilei.
Tempo di meditazione e penitenza in questo periodo quaresimale che ci conduce alla Pasqua. Una Pasqua quest’anno,davvero diversa: il mondo sta soffrendo piegato in ginocchio per la pandemia che sta causando morti e feriti in tutto il mondo, fermando l’economia dei cinque continenti e stravolgendo la vita di interi popoli.
La Chiesa ha il potere di perdonare tutti i peccati “E’ un grazia che risponde al momento che tutti stiamo vivendo, per aiutare tutti a scoprire che Cristo si fa presente nella malattia, nella paura e nella debolezza dell’uomo, come il Buon Samaritano”, sottolinea il canonista don Antonio Interguglielmi.
La storia del Crocifisso miracoloso:
La notte del 23 maggio 1519 un incendio infatti distrusse la chiesa di San Marcello e quando l’indomani i fedeli accorsero tra i resti trovano tra la cenere solo quel Cristo “illeso”. Fu proprio questo episodio a dare origine alla “Compagnia del Santissimo Crocifisso”, tuttora esistente.
Nel 1522 il miracolo:l’attuale Capitale fu messa in ginocchio da una tremenda pestilenza. Alcuni cittadini , memori del miracolo di tre anni prima, su iniziativa del Cardinale Raimondo Vich, decisero di portare in processione penitenziale il Crocifisso da San Marcello al Corso alla Basilica di San Pietro con migliaia di persone a seguire il corteo a cui parteciparono clero,religiosi,cavalieri,nobili, uomini,donne del popolo. Tutti acclamavano “misericordia al crocifisso. Le autorità cittadine tentarono di impedire l’evento per timore di un aumento dei contagi senza però riuscirci. La processione andò comunque in scena e si svolse dal 4 al 20 agosto. Secondo le cronache di allora la peste scomparve quel giorno stesso da Roma. In memoria di quella liberazione, da quel momento, ogni anno è stato portato in processione il Giovedì Santo, un immancabile appuntamento rituale .
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