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Un particolare plauso va a quella che hanno definito “La città degli Angeli”, formata da tutti gli operatori sanitari che sono considerati come un angelo per chi sta male, sono coloro che hanno sacrificato le loro famiglie, come cambiato la fisionomia dei loro volti, indossando mascherine per salvare vite e donare loro un sorriso.
I primi in trincea sono i soccorritori, i veri angeli del 118, pronti sempre a partire, indossare divisa e mascherina magari pulita e riutilizzata più volte per lasciarne qualcuna per emergenze ancora più gravi. Nei momenti dell’intervento l’unica via di comunicazione avviene attraverso gli occhi, c’è poco da parlare ma molto da fare, passare sopra con l’amaro in bocca a qualche diverbio avvenuto tra colleghi, ma si corre, ci si stringe uniti in un solo scopo: salvare vite rischiando le proprie, gesti di grande amore per il prossimo, ma che ti fanno scorrere come in un personale “flash back” della tua vita e dell’esistenza, per capirne sempre di più l’importanza. Per gli operatori del 118 c’e’ una missione da portare a termine, alla fine di questa brutta avventura sarà solo gloria, uniti tutti per sconfiggere il Covid 19.
#gliangelidel118
Giuseppe Mesi
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