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Tempo di quarantena, tempo di Quaresima
Il frenetico dipanarsi degli impegni quotidiani, la vertiginosa accelerazione impressa ai costumi sociali e agli stili di vita individuali degli ultimi decenni spesso non consente di soffermarci sugli aspetti fondamentali della vita di ognuno di noi.
Occorre rimettere gli altri al centro dei nostri interessi, superare i nostri personali egoismi, e allontanarsi da quella sorta di fagocitosi del mondo che ci conduce ad una concezione esclusivamente individualistica e possessiva della vita.
Da queste considerazioni nasce l’idea di proporre un flash mob, in questi giorni ne sono stati proposti tanti, l’accensione di candele dai balconi e dalle finestre, il disegnare arcobaleni, l’esposizione del tricolore, cantare l’inno di Mameli, tutte manifestazioni di speranza e di augurio. L’italia si riscopre solidale, come probabilmente non lo ha mai fatto fino ad ora. Il vivere questo grande senso di comune tristezza, di precarietà e disagio ci rende non solo uguali ma soprattutto impotenti, potremmo correre il rischio che l’isolamento fisico si tramuti in una sorta di autismo comunicativo.
Allora sarebbe bello se oggi, domenica 23 marzo, utilizzando i comuni mezzi di comunicazione, si potesse inviare un messaggio di augurio, di solidarietà, e perchè no, anche di scuse verso amici e conoscenti dopo aver meditato su noi stesi.
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