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Duro colpo per i piccoli artigiani per loro la produzione delle sfince, “un piccolo business,” di solito vanno sotto prenotazione per far sì che tutti possano gustarle.
Non ci sarà neppure la distribuzione del pane di San Giuseppe che viene offerto a termine della messa a ogni fedele dai membri della confraternita. DI conseguenza anche i panifici lavoreranno meno.
Altro piatto tipico la pasta con le sarde ed il finocchietto di montagna, con il pan grattato, e ancora i cardi pastellati, riso e lenticchie, olive bianche, nere e foglie di alloro che oltre a profumare, viene usato per ornare l’altare di San Giuseppe. Diciamo che il coronavirus ha fermato quel piccolo ciclo produttivo che contribuisce all’economia della città e di tanti comuni siciliani.
A Termini Imerese la confraternita di San Giuseppe esiste dal 1633, si occupa di animare le novene e le varie manifestazioni in onore del patriarca indossando le divisa tipica; di solito la processione avviene nel tardo pomeriggio del 19 di marzo per le vie di Termini bassa. Tutta la comunità dei fedeli si unisce in silenziosa preghiera invocando il patriarca San Giuseppe per liberare tutti dalla piaga che affligge ormai da tempo il covid19.
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