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L’indagine, avviata dai poliziotti della sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile, ha tratto spunto da alcune incongruenze nei documenti presentati, dall’odierna indagata, presso l’Ufficio Immigrazione per il rinnovo del permesso di soggiorno. Ed il sospetto che l’esercizio di attività di meretricio fosse celato sotto le spoglie di centro servizi per il benessere del corpo, gli agenti l’hanno avuta eseguendo alcune ricerche online, a mezzo delle quali hanno constatato la presenza su siti specializzati di incontri diverse inserzioni pubblicitarie riconducibili al centro massaggi in questione, corredate da fotografie di donne orientali indossanti abiti succinti e ritratte in pose seducenti e provocatorie.
Da diverso tempo, gli agenti tenevano sott’occhio l’ingresso del centro massaggi ed hanno potuto così registrare l’andirivieni di clienti, tutti fermati all’uscita e costretti, dall’evidenza dei fatti, ad ammettere, non senza qualche rossore, la consumazione di una prestazione di natura sessuale.
Al cliente che faceva ingresso nel centro massaggi veniva proposto un massaggio al costo di 30 euro, mentre sarebbe stato tra 50 e 70 euro se avesse effettuato “l’happy ending” finale, per un totale di 30 minuti.
Il locale era illuminato esclusivamente da luci soffuse ed un bancone tipo reception, posizionato a sinistra rispetto alla porta d’ingresso, con di fronte una stanza adibita a sala massaggi, arredata con un lettino, una vasca in rovere ed alcuni suppellettili dove erano riposti degli asciugamani; in totale l’immobile era dotato di tre camere destinate a sala massaggi; alle pareti vicino la porta d’ingresso erano affissi dei volantini con elenco della tipologia dei massaggi praticati ed il relativo prezzo, mentre non risultavano essere esposte, nè sono state esibite dalla titolare le prescritte autorizzazioni amministrative per l’esercizio dell’attività di centro benessere per la cura del corpo ( s.c.i.a. comunale – s.c.i.a. sanitaria), l’ attestazione professionale di estetista/massaggiatore e la tabella con gli orari lavorativi.
Sulla base degli approfondimenti investigativi i poliziotti della Squadra Mobile hanno accertato che l’attività principale eseguita all’interno del centro fosse il commercio di prestazioni di natura sessuale del tipo “happy ending”, con l’assunzione a tale scopo di almeno due dipendenti (riconosciute anche dai clienti fermati e sentiti di volta in volta all’uscita dal locale) anche se formalmente preposte a mansioni di “commesso di negozio”.
Essendo stata quindi documentata la continuità dell’attività illecita di esercizio di casa di prostituzione, l’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo onde evitare che la disponibilità di quel locale potesse aggravare o protrarre le conseguenze di questo reato o agevolarne la commissione di altri, nonchè a sequestro amministrativo per esercizio abusivo dell’attività di servizi di centri per il benessere fisico.
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