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esposto in Procura, avendo i nostri sistemi di controllo evidenziato,
appunto, una ciclicità di ricette duplicate a firma dei medesimi
funzionari dell’azienda sanitaria, poi finiti nell’inchiesta. E avevamo rilevato, contemporaneamente, il fatto che l’Asp di Palermo fosse una delle poche in Italia a non avere ancora adottato sistemi di
controllo, cosa che successivamente ha fatto grazie all’impegno e alla dedizione dei funzionari dell’ufficio di controllo Ucarpa. Oggi siamo soddisfatti per la sentenza che riconosce l’integrità dei nostri colleghi e ci dà ragione. Anche se nulla potrà compensare le sofferenze che questi professionisti hanno dovuto sopportare, dall’arresto alla detenzione, dall’umiliazione alla denigrazione”.
“Questa triste vicenda – conclude Tobia – ha però due risvolti positivi: da un lato spinge a continuare ad avere fiducia nel sistema
giudiziario, in quanto la verità alla fine viene a galla; dall’altro lato conferma, ove ve ne fosse bisogno, che la categoria dei farmacisti è coesa e ha al proprio interno gli anticorpi e i
meccanismi di autocontrollo che le consentono di resistere alle lusinghe della corruzione e alle insinuazioni del malaffare”.
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