L’operazione è stata condotta dal personale del Commissariato di P.S. “Cefalù” ed ha preso le mosse da una segnalazione raccolta dagli investigatori. Dopo gli opportuni accertamenti ed i servizi di osservazione e controllo del territorio, effettuati anche avvalendosi di un “drone”, è stata individuata con certezza la struttura in questione ed è scattato il blitz in quella che sarebbe risultata un’attività completamente abusiva.
L’immobile, di appena 120 mq e dotato di due soli piccoli bagni (uno dei quali peraltro adibito anche a lavanderia), all’atto del controllo, si presentava in condizioni igienico-sanitarie precarie e comunque non adeguate all’accoglienza di anziani, taluni dei quali disabili. Quattro stanze comunicanti sono risultate adibite a dormitorio con anche tre letti per stanza; al loro interno è risultato vi soggiornassero nove anziani alcuni dei quali avevano superato i novant’anni di età; ciò malgrado, condividevano uno spazio comune dalle dimensioni anguste, caratterizzato anche dalla presenza di tre cani di piccola taglia, liberi di scorrazzare sia all’interno dell’appartamento che nel vano adibito a cucina.
La priorità dei poliziotti è stata quella di salvaguardare le condizioni di salute delle persone rinvenute all’interno della villetta, cosìcche in tempi brevissimi alcune sono state riaffidate alle cure dei familiari, altre, in assenza di prossimi congiunti in grado di accoglierli, sono state presi in consegna dai Comuni di residenza. Per due dei nove anziani trovati all’interno della casa, in particolare, si è reso necessario l’intervento dei servizi sociali di un Comune limitrofo (dove questi risultavano residenti), mentre per tutti gli altri è stata curata la ricollocazione presso le famiglie di provenienza o altre strutture idonee ed autorizzate ad ospitarli.
Alla sessantaquattrenne responsabile della casa di riposo abusiva sono state contestate le seguenti violazioni peanali: l’esercizio di un’attività ricettiva priva delle prescritte autorizzazioni, la violazione della normativa vigente in materia igienico-sanitaria e la mancata comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza delle persone ivi alloggiate.
Dai primi accertamenti si è appurato che, per ogni anziano, fosse corrisposta una retta mensile variabile fra € 700,00 e € 900,00 per un ammontare medio di circa € 7.000,00 mensili di guadagni “in nero”, assolutamente sconosciuti al fisco.
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