Dopo gli arresti, avvenuti l’estate scorsa, del Maestro Venerabile della Loggia di Licata Arnaldo da Brescia e dell’ex Maestro Venerabile della Loggia Pensiero ed Azione di Palermo per reati di mafia, la Loggia Giordano Bruno di Termini Imerese, che ha sempre informato la propria azione al principio della trasparenza, ha chiesto ai vertici del GOI di sciogliere la loggia di Licata abbattendone le colonne e di condannare pubblicamente i gravi fatti accaduti. Tuttavia, preso atto dell’inspiegabile silenzio dietro cui si è trincerata la Giunta del GOI, la maggioranza dei componenti della Giordano Bruno ha deciso di abbandonare il Grande Oriente d’Italia con l’intento di costituire una loggia libera ed indipendente, che sia espressione di una massoneria primigenia, identitaria e destrutturata da guardare senza sospetto e pregiudizio.
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