Con nota prot. n. 59912 del 07/11/2019 è pervenuto da parte dell’A.R.P.A. – ST di Palermo – il Verbale di Sopralluogo prot. n. 59743 del 07/11/2019, nel quale vengono descritte in dettaglio condizioni di forte criticità e inadempienze nella gestione delle attività e, in conclusione viene affermato che “il trattamento della campagna mobile attivato dalla ditta GM s.r.l. presso l’impianto gestito dalla Ditta Ecox s.r.l.. non ha le caratteristiche ed i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all’ambiente circostante ed alla salute dei cittadini “.
Considerato che non sono state rispettate le condizioni di esercizio dell’impianto autorizzato e le prescrizioni imposte con il D.D.G. n. 889 del 22/07/2019 e che le violazioni accertate manifestano un pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente, ai sensi del comma 9, lettera b) dell’art. 29 decies del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii, si dispone diffida e contestuale sospensione del D.D.G. n. 889 del 22/07/2019 per un periodo di 45 giorni.
La Società, entro il termine sopra indicato, compatibilmente con gli obblighi nei confronti dell’Autorità Giudiziaria, dovrà procedere al ripristino dell’impianto alle condizioni autorizzale e produrre a questo Ufficio e agli organi preposti al controllo ambientale (ARPA ST di Palermo, Città Metropolitana di Palermo, ASP), una relazione giurata, corredata da documentazione fotografica, attestante:
– Che le contestazioni e le difformità richiamate nel verbale prot. n. 59743 del 07/11/2019 siano state superate con l’avvenuto ripristino dell’impianto alle condizioni di legge;
– Lo stato delle matrici ambientali.
Il mancato ingiustificato riscontro a quanto sopra richiesto entro il termine stabilito determinerà l’avvio della procedura di revoca dell’autorizzazione.
Il riavvio della gestione dell’impianto resta subordinato alla verifica da parte degli organi di controllo della ottemperanza alle condizioni della autorizzazione integrata ambientale.
Al presente provvedimento è ammesso ricorso, entro il termine di 60 giorni, al Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n.1034. ovvero ricorso straordinario al Presidente della Regione, entro il termine di 120 giorni.
Con riserva di irrorare le sanzioni di cui al comma 2 dell’art. 29 quattuordeces del Dlgs n. 152/06.
Stop all’impianto di compostaggio di Termini Imerese. La Regione ha inviato una nota di diffida alla struttura gestita dalla Ecox, che le impone il divieto di ricevere nuovi rifiuti organici. Una decisione assunta dal dipartimento Acque e rifiuti, dopo la relazione dei tecnici dell’Arpa che ha evidenziato rischi all’ambiente e alla salute dei cittadini legati alle condizioni di scarsa sicurezza della struttura. La chiusura ha messo in allarme i sindaci del Palermitano, che nei giorni scorsi avevano denunciato problemi alla raccolta dell’umido per la chiusura di un altro impianto a Catania: stamane alle 12 una ventina di primi cittadini, da Bagheria a Misilmeri a Montelepre, scenderanno in piazza davanti a Palazzo d’Orleans per una conferenza stampa pubblica.
Molti di loro, dopo la chiusura dell’impianto Raco di Catania per manutenzione, conferiscono esclusivamente a Termini Imerese, che però adesso non potrà più ricevere i rifiuti organici finché non ripristinerà le condizioni di sicurezza. A darne notizia è il deputato del M5S all’Ars, Luigi Sunseri, che proprio ieri aveva chiesto l’intervento immediato della Regione, alla luce dei rilievi fatti dall’Arpa che ha certificato, dopo un’ispezione, che l’impianto termitano inquinava. “Il provvedimento del dipartimento Acqua e rifiuti – afferma Sunseri – è una vittoria per i cittadini e un riconoscimento del loro sacrosanto diritto alla salute che veniva calpestato dall’ impianto, considerato quanto accertato dai tecnici dell’Arpa”.
La relazione dell’Arpa infatti attesta che “l’impianto gestito da Ecox non ha le caratteristiche e i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all’ambiente circostante ed alla salute dei cittadini”.Tra le principali lacune individuate dall’Arpa nell’impianto di Termini ci sono cumuli di potatura di sfalci senza copertura, ampie zone di percolato, odori nauseabondi e l’assenza di presidi ambientali utili a prevenire la dispersione del rifiuto liquido, l’emissione e la dispersione di odori particolarmente intensi nell’area.
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