Poesia

Termini Imerese: a rischio il tetto della chiesa di Sant’Orsola, si teme per gli affreschi della volta

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 A Termini Imerese si teme per una delle chiese storiche della citta. La chiesa di Sant’Orsola, dove sono conservati i resti di Vincenzo Gaetano Impallaria, comunemente conosciuto come “Santu Baddaru” e di altre mummie presenti nelle catacombe, rischia il crollo della copertura per via delle condizioni critiche in cui versa.

La lettera alla Soprintendenza Beni Culturali

Con una lettera indirizzata alla Soprintendenza Beni Culturali e ai responsabili dell’Ufficio Beni Culturali della Curia di Palermo le Associazioni BCsicilia e La Casa di Stenio hanno segnalato le condizione critiche della copertura della Chiesa di S. Orsola chiedendo la verifica dello stato di conservazione degli affreschi della volta.
L’edificio religioso, come numerose altre chiese di Termini Imerese, è stata edificata nel corso dei secoli con ampliamenti di strutture precedenti (sec. XVI) e rifacimenti vari nel XVII e XVIII secolo. Intorno alla seconda metà del XVIII furono realizzati gli affreschi alle pareti ed alla volta opera di Alessio Geraci ritenuto stilisticamente vicino al Sozzi e al D’Anna.
Diversi anni fa la Soprintendenza, effettuò dei lavori sulle coperture, sul campanile e sugli intonaci dei prospetti esterni.
Ma lo scivolamento di un’ampia superficie di tegole ha messo allo scoperto la guaina sottocoppo. Le due associazioni ritengono che è molto probabile che per un’ampia superficie le acque piovane siano cadute direttamente sulla superficie tavolata anche se molta probabilmente impermeabilizzata. E questo può aver danneggiato gli affreschi per cui sarebbe urgente verificare lo stato delle pitture.
Controllo non facile da eseguire  in quanto la volta è stata a suo tempo messa in sicurezza da una struttura lignea che ne nasconde alla vista i dipinti seicenteschi.
Le due Associazioni hanno chiesto un  intervento  immediato allo scopo di salvaguardare uno dei monumenti più prestigiosi della città di Termini Imerese.

Il complesso della Chiesa di S. Orsola di Termini Imerese è il frutto di due chiese sovrapposte costruite in periodi successivi. L’edificio religioso ingloba inoltre una delle torri di difesa poste nelle mura che si snodavano lungo il perimetro della città in età romana e nel medioevo, struttura è ancora oggi riconoscibile. La chiesetta inferiore è documentata sin dal XV sec. con una struttura ad aula. L’altra, quella superiore, innalzata successivamente, si presenta a pianta rettangolare coperta da una volta a botte e con cappelle laterali intercomunicanti, tre per ogni lato. Il complesso fu completato nella metà del Settecento. Nella definizione del suo aspetto attuale ha avuto un ruolo determinante la Compagnia dei Neri, nobili caritatevoli che avevano il compito di seppellire i poveri, che aveva sede presso la stessa chiesa e che destinò l’edificio religioso inferiore a cripta della stessa Compagnia. E ancora oggi si possono notare al suo interno dei cadaveri mummificati.
L’edificio sacro racchiude nel suo interno preziose testimonianze d’arte, con tele di grande pregio, eseguiti da pittori famosi tra cui il celebre artista Tommaso Pollace (1748-1830) e Mattia Preti (1613-1699) ritenuto da molti tra i più grandi pittori della seconda metà del Seicento. La chiesa è arricchita dagli affreschi nell’abside e nella volta attribuiti a Don Alessio Geraci, pittore e decoratore, ritenuto stilisticamente vicino al Sozzi e al D’Anna.

La Chiesa di S. Orsola, con gli arredi artistici al suo interno, rappresenta indubbiamente una delle  più preziose ed interessanti testimonianze del tardo Barocco siciliano a Termini Imerese.


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Mariangela Balsamo

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