Ritrovato in una delle stanze superiori della chiesa, il telo era conservato in un antico baule creato appositamente per la sua conservazione. Dalle prime informazioni che ci erano state fornite, in paese si vociferava che il telo fosse conservato all’interno di uno sgabuzzino, tra delle vecchie cose da buttare.
Informazione smentita dallo stesso Don Salvatore, che ci ha mostrato la stanza nella quale si trovava il telo.
Per esattezza, era conservato all’interno di una delle sale che adesso formano il museo ecclesiastico.
«I parrocchiani, – ci racconta don Salvatore – hanno sempre saputo dell’esistenza di questo telo, anche se molti ne negavano l’esistenza. È giusto precisare, infatti, che l’usanza della calata dei teli, cadde subito dopo il Concilio Vaticano II».
In quel periodo, molti teli usali per questa antica tradizione, vennero infatti distrutti, ma fortunatamente non il telo in questione.
«Forse, – aggiunge don Salvatore- questo telo venne conservato così bene, proprio per l’importanza del suo creatore, Filippo Randazzo».
Filippo Randazzo, infatti, era un pittore molto importante in quel periodo storico. Esponente del classicismo Italiano, dipinse molte opere che si trovano all’interno della chiesa di Sant’Agata di Montemaggiore.
Pittore e artista Siciliano, Randazzo è conosciuto nel nostro territorio per molte sue opere, tra le quali spicca sicuramente il ciclo di affreschi che decora la chiesa del Crocifisso di Montemaggiore Belsito.
Dipinti nella tela, infatti, è possibile scorgere subito la presenza di tre donne, oltre i due uomini presenti. È possibile notare subito la presenza di Maria madre di Gesù a sostenere il corpo del figlio, la sua presenza posizionata al centro rispetto agli altri, ha un’aura intorno al capo.
Nel lato destro, quasi ai piedi del Cristo, è possibile notare Maria Maddalena, chinata con un panno tra una delle mani, probabilmente intenta a cospargere di olio il Cristo.
Presente anche un’altra raffigurazione femminile, della quale però, è possibile solo ipotizzare l’origine.
Secondo le ipotesi, invece, i due uomini raffigurati nella scena, sarebbero il discepolo Giovanni e Nicodemo.
La tela, ritrovata mesi fa, come scritto precedentemente, non ha avuto bisogno di nessun restauro. I segni del tempo, ovviamente, sono evidenti in alcuni punti, ma come ci ha spiegato lo stesso Don Salvatore: “Era solo molto piena di polvere.”
Anticamente, era usanza ricoprire tutte le statue e le raffigurazioni all’interno della chiesa con dei teli che potevano esser color viola o nero, oppure raffigurare alcuni passaggi della Passione di Cristo.
Questa usanza era molto utilizzata in molte chiese, ma poi è andata perduta dopo il Consiglio Vaticano II. Ad oggi, però, molte comunità hanno ripreso quest’antica tradizione.
Nella chiesa di Montemaggiore Belsito, questa tradizione era parte integrante del periodo Quaresimale.
Una nostra fonte certa, infatti, ci racconta tutta la preparazione e lo svolgimento di questa antica usanza.
“Il telo veniva innalzato venerdì mattina, prima delle 15,00 – Ci racconta la nostra fonte – insieme ad esso, venivano montati dei pannelli neri, che si chiamavano ‘Mortori’. All’epoca, quando il telo scomparve, sconparvero anche questi teli, perché purtroppo nel tempo, molte cose sono state buttate o trafugate.”
Il telo veniva issato con l’aiuto dei parrocchiani, i quali formando due squadre e con l’aiuto di alcune corde, issavano il telo. Secondo la tradizione, alle 15,00 del venerdì santo doveva essere tutto pronto.
Le campane venivano legate, anche quelle interne. Infatti, all’epoca c’era un pezzo di legno che prendeva il nome di “troccola” che veniva utilizzato al posto della campane.
Il sabato notte, a mezzanotte, nel momento della resurrezione del Cristo, il telo veniva calato e contemporaneamente ad esso, anche tutti gli altri.
All’abbassamento del telo quaresimale, veniva scoperta la statua del Cristo Risorto, vestito di bianco e con una bandiera rossa tra le mani.
Ad oggi, come ci conferma lo stesso Don Salvatore Panzarella, il telo è momentaneamente messo soltanto in esposizione, perché chiaramente non è più possibile utilizzarlo per la sua funzione d’origine, anche per com’è stato ristrutturato il tetto.
“L’opera d’arte liturgica come il telo, -afferma lo stesso Don Salvatore- per il suo valore va utilizzato solo nel suo determinato tempo.”
È lo stesso parroco ad informarci che subito dopo il periodo quaresimale, il telo verrà conservato di nuovo all’interno del suo baule originario, pronto per esser di nuovo messo in esposizione in futuro.
Momentaneamente, però è ancora visitabile, per ammirarlo basta recarsi a Montemaggiore Belsito, all’interno della chiesa di Sant’Agata, sita in Via dalla Chiesa Carlo Alberto.
Inoltre, all’interno della chiesa è possibile visitare un piccolo museo ecclesiastico.
All’interno del piccolo museo sono presenti dei pezzi di storia non solo delle chiese Montemaggioresi, ma che si ricollegano alla storia stessa per piccolo centro abitato.
Presenti delle foto in bianco e nero raffiguranti i cambiamenti della chiesa durante il corso degli anni, testimonianze relative dell’interno della chiesa precedenti alla ristrutturazione avvenuta negli anni ’70 del secolo scorso, oltre a dipinti e reperti storici delle chiese presenti nella comunità.
CONTINUA A LEGGERE SU HIMERALIVE.IT
target: "#ad-5", subId: "himeralive_advancedad_160x600", site: 1729, config: 153, width: 160, height: 600 });
target: "#ad-1", subId: "himeralive_advancedad_300x250_mobile", site: 1729, config: 153, width: 300, height: 250 });
Paura nel comune di Pollina dove i vigili del fuoco sono intervenuti per domare un…
"Irriga, o Padre buono, i deserti dell'anima coi fiumi d'acqua viva che sgorgano dal Cristo"…
Rinnovato il consiglio direttivo dell’associazione AVO di Termini Imerese. Riconfermato il presidente Patrizia Notaro, vice…
Si è da poco conclusa nell’Aula Paolo la speciale udienza privata con i pescatori voluta…
Grande successo per gli atleti dell’Academy of Martial Arts di Termini Imerese, guidati dal maestro Daniele…
A causa di un tamponamento che ha coinvolto due vetture sulla A29 “Palermo-Mazara Del Vallo”,…